Ieri, dopo oltre 17 anni, sono andato a vedere una partita allo stadio.
Voglio raccontare cosa significhi andare allo stadio nel 2020. Il mio racconto inizia all’uscita dell’autostrada, i cartelli dicevano “Tifosi ospiti al parcheggio di via..”. È un parcheggio a quasi 4 km dallo stadio, dove tutti gli ultras romani sarebbero dovuti divergere, dove ad attenderli c’erano 4 camionette della polizia e qualche autobus che poi li avrebbe accompagnati allo stadio.
Io ero solo, senza sciarpa o segno distintivo che tifassi Roma, così ho deciso di andare più avanti e trovare un posto per la macchina a Bergamo bassa. Tra l’altro Bergamo è una bella cittadina, divisa tra alta e bassa. Trovo parcheggio a circa un km e mezzo dallo stadio. Mi avvio per le strade e lungo il percorso vedo tanti tifosi atalantini tutti con alcool in mano. Arrivo sotto lo stadio. Chiedo dove fosse l’ingresso per i tifosi ospiti a degli stewart. Il ragazzo mi risponde “Al di là dei carabinieri”.
Ecco. Per separare i tifosi c’è una strada chiusa da una muraglia di carabinieri in assetto antisommossa, con scudi che chiudevano il passaggio. Per poter arrivare al mio ingresso ho dovuto fare un giro di tre strade. Dall’altra parte, ovviamente c’era lo stesso spettacolo, con 3 camionette lì sparse. Mi avvicino all’ingresso. Degli stewart mi guardano il biglietto, per vedere se fosse del settore ospiti, aprono il cancello e mi fanno entrare. Secondo controllo il controllo del documento rispetto al biglietto. Terzo controllo mi fanno la perquisizione corporale. Il quarto ed ultimo controllo è stato per il libro che portavo con me, un libro il cui titolo è “Ama il tuo nemico” e che tratta di Mandela e della fine dell’apartheid. Mi è stato chiesto: “Ma lo legge sì, non è che ha intenzione di tirarlo?”, Non solo! È stato sfogliato per vedere se non fosse stato ritagliato internamente per metterci armi o altro. MAH.
Finalmente riesco ad entrare. Vedendo che la gradinata era totalmente priva di seggiolini, quindi senza numerazione di posti, chiedo ad uno stewart dove potessi mettermi. “Com’è che dite voi a Roma, ‘ndo cojo cojo?” Ringrazio e salgo. Purtroppo la distanza tra un gradone e l’altro era troppo poca per poter stare seduti con le gambe a 90°, quindi alla fine ho deciso di seguire la partita in piedi. Sono arrivato abbastanza presto dentro e c’era ancora poca gente. Ma più si andava riempiendo e più saliva l’astio. I “tifosi” romanisti lanciavano urla tipo “Odio Bergamo” “Bergamasco figlio di puttana” e altre amenità di questo tipo. Dall’altra parte il tono dei cori era lo stesso e lo è stato per tutta la durata della partita. Ma gli episodi che mi hanno fatto rabbrividire sono stati 3 in particolare. Lancio di oggetti dalla parte della curva atalantina sui giocatori della Roma mentre esultavano per conto loro per il goal segnato. Il lancio di un fumogeno dal settore ospiti verso il settore casalingo durante la partita. E il “Pellegrini terun” sempre da parte della curva.
A prescindere da come sia andata la partita, quello che ho raccontato vi fa pensare che sia uno sport, un momento di Gioia, di festa, in cui si celebra la vittoria della propria squadra con civiltà?
Voi con tutta quella polizia e carabinieri e con tutta l’inciviltà manifestata da entrambe le tifoserie portereste vostro figlio a vedere una partita?
È mai possibile che nel 2020 siamo ridotti così male?