Rispetto al percorso fin qui tracciato, visto che oggi è l’Immacolata Concezione voglio parlarti di questa festa. Per i cattolici è una delle feste più importanti, la prima del periodo delle festività.
Innanzitutto l’Immacolata Concezione riguarda la concezione della Beata Vergine Maria nel grembo di Sant’Anna.
La leggenda narra che Anna fosse sterile. Angosciata pregò in lacrime Yahweh affinché le concedesse la fertilità e, quando un angelo le annunciò che il suo desiderio sarebbe stato esaudito, promise che la sua prole sarebbe stata consacrata a Dio. La festa fu inserita nel calendario della Chiesa Cattolica da papa Alessandro VII con la bolla Sollicitudo Omnium Ecclesiarum dell’8 dicembre 1661, e fu poi papa Pio IX, l’8 dicembre 1857, con la bolla Ineffabilis Deus, a sancire il dogma dell’Immacolata Concezione della Vergine Maria. Ma è stato soltanto nel 1958 che ha assunto significato solenne, quando Papa Giovanni XXIII si recò per la prima volta in Piazza di Spagna per deporre, ai piedi della Vergine Maria, un cesto di rose bianche, e successivamente fare visita alla basilica di Santa Maria Maggiore.
Come per la totalità delle feste “cattoliche” l’origine viene da precendeti riti.
Sembra molto simile, per non dire identico, al culto egiziano della dea Iside. Iside, o Isis, era il simbolo della fertilità e della purezza. Suo figlio Horus, detto anche “Dio Sole” nasceva il 25 dicembre, era il figlio di Dio, veniva considerato un messia e nella sua vita terrena compiva molti miracoli. Proprio come la nostra vergine, Iside veniva rappresentata seduta mentre allattava Horus, in una posa molto simile a quella della Madonna, oppure in tunica ed con il capo ornato dal disco solare, rappresentazione che poi i cristiani riprenderanno proprio per l’iconografia dell’Immacolata Concezione.
Invece per la data, cioè l’8 dicembre, rievoca l’antichissimo rito dell’accensione dei falò, una tradizione che risale all’VIII secolo.
Nell’occasione si compivano rituali legati al tema della purificazione, per questo, come ben potrai immaginare, l’elemento fondamentale è il fuoco, che rappresenta la rigenerazione. Il rito dell’accensione di fuochi, per strada o davanti ai templi sacri doveva esorcizzare la paura dell’inverno e donava fertilità della terra.
Sempre gli antichi egizi celebravano in questo giorno Nieth di Sais, dea guerriera raffigurata con arco e frecce, protettrice della caccia, in seguito assimilata da greci e romani ed incarnata nella figura della dea Diana ed Atena. In Grecia, invece, avevano luogo i festeggiamenti in onore della dea, figlia di Zeus, conosciuta come una delle tre Ore (Eunomie, Dike e Eirenie) vergine protettrice della giustizia, dei tribunali ed inflessibile punitrice dei delitti; mentre al tempo dei romani, l’8 dicembre cadeva un’importante festività, i Tiberinalia, che celebrava l’anniversario della nascita del tempio di Tiberio sull’isola Tiberina.
Quindi oggi è il giorno della rigenerazione, della purezza, della giustizia e della fertilità.
Queste caratteristiche, sono tutte assimilate alla figura del femminino sacro, parte che è in ognuno di noi, e, per associazione, all’essere femminile.
Stiamo per avvicinarci all’inverno, il periodo più Yin dell’anno, quello dove i semi sono stati già piantati e devono essere protetti dalla Terra (cioè nell’antro oscuro, dove non c’è luce) affinché in primavera rinasca la vita. Lo Yin, nel Taiji (spesso erroneamente chiamato Tao), è la parte nera che è associata alla parte femminile di ognuno. Lo Yin è l’antro accogliente, il non manifesto, il profondo, per questo è oscuro, perché non è visibile senza una più approfondita ricerca.
Lo Yang invece è il manifesto, la parte più luminosa, ma anche più superficiale ed è associato al maschile.
La concezione di un essere puro e perfetto come sia la madre di Gesù Cristo si riferisce a questo, alla perfezione della creazione della vita, che è il femminile, che non è manifestazione esplicita, ma un essere profondo e spirituale.