La creazione della coppia

La creazione della coppia

Superata la prima fase dell’innamoramento, si arriva alla seconda. La creazione della coppia. Dopo 3-6 mesi che frequenti qualcuno e del quale credi di essere innamorato, allora la cosa inizia a farsi “seria”.

 

Si inizia, talvolta scherzando, a fare progetti, a parlare del futuro, a conoscersi un tantino più a fondo su quelli che sono i temi che stanno più a cuore. Quanti bambini vorresti? Come li educheresti? Sposarsi o convivenza? Ecc.

 

È proprio in questa fase che avviene il processo che io chiamo “di togliere il velo” della disillusione.

Inizialmente la volontà era solo quella di divertirsi, godersi il momento, stare bene, flirtare, corteggiarsi vicendevolmente.

Ciò che succede spesso nella fase dell’innamoramento, è che molte persone, invece di mostrare se stesse, mettono una maschera, cioè fanno credere all’altra persona qualcosa che non sono, per attirarla nella “propria rete”.

Quindi è in questa seconda fase che iniziano a formarsi i primi veri “problemi”.

Se entrambi sono stati loro stessi, sinceri ed onesti, allora la coppia ha una maggiore possibilità di sopravvivenza, perché bisogna comprendere se la propria “parte ombra” si può incastrare con quella dell’altro (per parte ombra intendo ciò che non è palesemente visibile, quindi difetti, fissazioni, abitudini, meccanismi, ecc., ma anche, purtroppo, patologie e psicopatie, quali Narcisismo, Borderline).

 

Proprio in riferimento alle patologie, c’è il maggior inganno nella fase dell’innamoramento, perché quel periodo serve per creare il co-dipendente, cioè colui/colei che, una volta messo in trappola, verrà denigrato/a, manipolato/a e distrutto/a per cercare di crearsi un “elargitore di energia gratis”.

Se vuoi approfondire questi concetti dal punto di vista clinico, ti consiglio o di leggere libri o siti di psicoterapeuti o di rivolgerti ad uno di essi.

Prendendo in esame solo due persone “sane”, sicuramente la voglia di comprendersi, l’accettazione di se stesso e dell’altro, l’intenzione di “lavorare” sulle differenze e la creazione di un vero dialogo, saranno elementi determinanti per il passaggio alla terza fase.

Cosa significano le condizioni che ho elencato?

  1. Voglia di comprendersi: per stare insieme a qualcuno, il primo elemento fondamentale è quello di voler comprendere chi ho davanti (cum – prendere: prendere insieme, in altri termini approfondire). Questa condizione andrà fatta supportata dall’innamoramento, cioè dall’entusiasmo che genera dentro di noi, stare con quella persona. È una questione di “Intenzione” andare oltre, approfondire, avvicinarmi con cautela, rispetto, onore, sincerità e compassione alla parte ombra dell’altro. Se io come vedo un difetto, lo giudico, l’altro inizierà a sentirsi meno compreso, quindi non potrà mai essere fino in fondo se stesso, per paura del giudizio ricevuto (anche qui le patologie elencate precedentemente sono l’espressione massima di questo).

  2. Proprio di conseguenza a questo c’è l’accettazione di se stesso e dell’altro. Affinché questa condizione possa esistere, la “conditio sine qua non” è l’assenza del Giudizio. Il giudizio è una forma di controllo che si esercita in primis su stessi e di conseguenza sulle altre persone. Se io sto giudicando una parte di me o dell’altro, sto cristallizzando quella particolare cosa, creo dentro di me e nell’altro, un’idea che non sarà mai messa in discussione e quindi sarà una limitazione alla nostra piena espressione. Quindi per arrivare ad avere una vita piena con il partner, è fondamentale l’accettazione o l’accoglienza di me stesso e dell’altro.

  3. Lavorare sulle differenze: c’è un proverbio che dice “chi si somiglia si piglia”, ma anche “gli opposti si attraggono”. Questi due detti spiegano bene cosa significa lavorare sulle differenze. Gli opposti si attraggono, vale per il temperamento; infatti se due persone hanno lo stesso temperamento, o staranno sempre a litigare o la relazione sarà completamente piatta. Mentre invece la differenza di temperamento riuscirà a far si che possano integrarsi al meglio. Dall’altro lato è normale che più cose simili troverò nell’altra persona, maggiormente percepirò nell’altro una “zona di comfort”, perché mi andrò a sentire compreso. Volenti o nolenti però ci saranno delle differenze, e l’ambito di queste farà la differenza (scusa il gioco di parole) tra il successo e il disgregamento della coppia. Infatti se sarà una questione di valori o di credenze, cioè di applicazione dei valori stessi, allora la coppia andrà quasi inevitabilmente a separarsi, mentre se è una questione di gusti, di attitudini, di passioni, è su questo che si può lavorare. Perché dalle differenze si può conoscere meglio se stessi. Faccio un esempio: se uno dei due partner vuole ballare e l’altro non ha mai provato, mettersi in gioco, farà ottenere tanti benefici: prima di tutto, quello che ha proposto di ballare, vede la volontà dell’altro di andargli incontro; mentre nel ricevente c’è la possibilità di sperimentare qualcosa di nuovo e osservare se può far parte del proprio Essere; se la cosa dovesse andar bene, si andrà a formare un legame più forte, perché il ballo rappresenta sia il sesso, sia l’intesa che il rapporto di forza all’interno della coppia. Il meglio sarebbe avere un cinquanta percento di passioni comuni e un cinquanta percento di spazi personali.

  4. Perché ho parlato di un “vero” dialogo? Perché ho potuto osservare come, proprio nell’era del “io condivido con il mondo qualsiasi cosa mi passa per la testa”, la maggior parte delle persone hanno voglia di dire, ma poca di ascoltare. Cosa intendo per ascolto? Ascoltare significa lasciar esprimere liberamente e pienamente l’interlocutore, rispettando anche le pause necessarie. Soltanto nel momento in cui avrò ascoltato tutto ciò che ha da dire l’altro, allora potrò elaborare una risposta, che sia il meno aggressiva possibile, ma volta a risolvere o a comprendersi, mai a giudicare, a sopraffare o rubare energia. Questo è un “vero” dialogo, due anime che, utilizzando la mente e il corpo come mezzi, riescono a comunicare efficacemente e quindi a comprendersi, ad accogliersi e ad amarsi. Questo vale sia per la coppia, caso che sto trattando in questo momento, sia per l’amicizia che anche per una qualsiasi conoscenza.

È nella fase della creazione della coppia che, come avrai ben potuto comprendere, si inizia a mettere le fondamenta di quello che potrebbe essere un rapporto che continuerà ad alimentare la Gioia che c’è in noi. Se i requisiti precedenti non dovessero essere attuati, il vero “successo” della coppia non si raggiungerà mai, anche se i due componenti dovessero stare insieme tutta la vita.

Perché dico questo?

Perché dopo un po’ inizia a crearsi l’abitudine, che diventa affetto, diventa attaccamento, diventa “sopportazione”. Quindi, invece di tramutarsi in Amore, cosa che avviene durante la quarta fase, ciò che ne risulta sarà un surrogato dell’amore, che verrà scambiato per tale.

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